Mio padre amava le camicie. Le indossava ogni giorno, era il capo che indubbiamente lo rappresentava di più. Che fosse tinta unita, a righe, fantasia, di cotone o di lino, non importa: la camicia era il suo marchio di fabbrica. Ma quella che preferiva, quella che per lui meglio incarnava l’essenza della camicia, era quella a quadri bianchi e blu. Semplice ma diversa dalle classiche. Un po’ come era lui, una persona semplice, ma lontana dalla banalità.
Da quando sono ragazzo i quadri hanno esercitato un fascino particolare su di me.
Penso al tartan delle Highlands scozzesi, un tessuto (storicamente in lana) composto da strisce di colori, disposte secondo schemi che intersecandosi fra loro formano i caratteristici scacchi. Indossare kilt, gonne, fasce, sciarpe o altri capi ricamati con il tartan della famiglia, esprime un segno di appartenenza al proprio clan. In questo senso il tartan è molto più di un semplice quadro: diventa un simbolo.
Ma non esiste solo lo storico Tartan, il quadro ha mille versioni di sé, mille modi di esprimersi.
Si possono trovare camicie, a quadretti piccoli, grandi, con due soli colori o in tante tinte differenti.
Rota ha fatto dei pantaloni a quadri uno dei suoi cavalli di battaglia, per chi vuole distinguersi senza apparire, per chi sceglie l’originalità e la classe. Un pantalone sartoriale per chi ama la qualità, con quadri eleganti e mai banali.
E ancora ci sono infinite possibilità di scelta fra i tessuti per abiti e giacche su misura, in cui il quadro riesce a dare il meglio di sé: uno stile unico e inconfondibile, classico ma mai scontato.
Un quadro non è solo una fantasia, è un pezzo di storia del tessuto che ha attraversato famiglie, clan, Paesi e trend, lasciando tracce indelebili e facendo di sé un tassello fondamentale della moda.