Imparare

“Io sto ancora imparando”

Michelangelo

Settembre è arrivato, e ormai ci siamo: l’autunno è alle porte e la scuola è ricominciata.

Ho sempre avuto un rapporto particolare con lo studio, i banchi e le interrogazioni, ma adesso sono giunto alla conclusione che la mia vera scuola sia stata l’esperienza. Credo di aver imparato molto di più e meglio dalle persone che dai libri (ciò non toglie il piacere della lettura: parlo dei libri scolastici, dell’istituzione scuola più che della scelta personale di un buon libro).

Nel tempo ho capito quali sono stati i miei veri maestri, le persone che mi hanno trasmesso un sapere duraturo e impagabile. Ho imparato da mio padre, dai sarti, dai tessutai, dalle persone che in questo settore non hanno mai smesso di dare un contributo unico, sincero, e che hanno fatto del loro lavoro un’arte oltre che una passione. Da loro ho appreso gli strumenti del mestiere e ne ho fatto tesoro. Da loro ho capito il significato di una professione fatta con entusiasmo, dedizione e impegno. E tutti gli insegnamenti che ho messo da parte grazie a queste persone, sono diventati poi parte di me e del mio lavoro, un patrimonio incommensurabile.

Considero questo bagaglio come un’eredità, una valigia piena di idee, lezioni, concetti e punti fermi che si sono accumulati e hanno continuato a crescere insieme a me. Adesso sento il bisogno di fare quello che i miei maestri hanno fatto con me: tramandare questo sapere, insegnare ad altri ciò che ho appreso. Restituire una conoscenza che è anche e soprattutto una ricchezza: spiegare come si prendono le misure, far vedere la differenza fra i vari tessuti, mostrare come si abbinano i colori, gli indumenti e gli accessori. Far sì che tutte queste competenze non vadano perdute, ma diventino anche per altri risorse e abilità, e non solo. Tutto quello che ho imparato, infatti, va al di là del mestiere che faccio: ne fanno parte capacità, metodi e princìpi che sono diventati una filosofia di vita, un modus vivendi.

È così che voglio far partire questo autunno: con la volontà di cominciare qualcosa di nuovo, pronto per una stagione agli albori che mi porti a trasmettere, a fare del mio lavoro anche una scuola; consapevole del fatto che nella vita non si smette mai d’imparare, e che io per primo non finirò mai di essere a mia volta un allievo.

Curiosità

l termine scuola ha origine dal latino scola, che a sua volta deriva dal greco σχολή (scholè), che significa ozio, tempo libero. La scuola era così quella porzione di tempo in cui era concesso staccarsi dalle fatiche quotidiane per dedicarsi alle attività, più piacevoli, della mente, e quindi allo studio, inizialmente prerogativa di pochi.

Il vocabolo ha cominciato pian piano a riferirsi ai luoghi in cui si radunavano i sapienti durante il loro tempo libero per disquisire delle più importanti questioni filosofiche e scientifiche, e da qui è nata poi la pratica di ascoltarli per poterne trarre degli insegnamenti.

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